CONVEGNO REGIONALE IDENTITA’, CULTURA RELIGIOSA E TURISMO

CONVEGNO REGIONALE IDENTITA', CULTURA RELIGIOSA E TURISMO - CAGLIARI - 26 MARZO 2022

Il convegno “Identità, Cultura Religiosa e Turismo”, svoltosi sabato scorso presso l’aula magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna di Cagliari, è stata un’eccellente occasione per fare il punto sul tema dei cammini, dei luoghi di pellegrinaggio e degli itinerari spirituali nel panorama isolano. La presenza degli organi istituzionali (Regione Sardegna), degli enti religiosi (Conferenza Episcopale Sarda) e dei rappresentanti di tutti i cammini sardi ha permesso un approfondimento del tema coordinato e strutturato.
L’assessore al Turismo Gianni Chessa si è detto pronto a far decollare il protocollo d’intesa, stipulato tra la Regione Sardegna e la Conferenza Episcopale sarda lo scorso 20 Gennaio, mettendo in atto tutte le “scelte coraggiose” necessarie per dare struttura e fondamento alla rete dei cammini e degli itinerari dello spirito,
attraverso il coinvolgimento delle singole Diocesi, dei 305 comuni interessati e dei referenti dei cammini stessi, realizzando una rete integrata che consentirà di presentare l’immagine della Sardegna, in tema di turismo culturale-religioso, in modo organizzato ed unitario.
Il Monsignor S.E. Antonello Mura ha presieduto il convegno ponendo l’attenzione su tre punti
fondamentali: il mantenere “l’equilibrio istituzionale” tra la CEI e la Regione, valorizzare l’identità della
nostra Isola attraverso la formazione costante degli operatori del settore del turismo religioso, operare
scelte strutturate da parte degli enti politici che potenzino le risorse sul territorio, al fine di strutturare dei sentieri che soddisfino la necessità umana di ammirare la bellezza naturale e paesaggistica, e l’esigenza di trovare ascolto e fede nei luoghi di culto presenti sui percorsi.

I rappresentanti dei diversi cammini sardi (Minerario Santa Barbara, Via dei Santuari, 100 Torri, Sant’Efisio), della Fondazione Destinazioni di Pellegrinaggio in Sardegna, dei percorsi francescani e benedettini hanno illustrato dettagliatamente i loro progetti, offrendo il loro prezioso e fondamentale punto di vista sulle prospettive strutturali e promozionali che il turismo lento, ed in particolare religioso, debbano e possano offrire nel contesto regionale e continentale.
Di grande rilevanza gli interventi sul ruolo delle Diocesi sulla valorizzazione e fruibilità dell’offerta del
turismo culturale religioso in Sardegna a cura di Mons. Ignazio Sanna (vescovo emerito di Oristano), Mons.
Corrado Melis (Vescovo di Ozieri), Mons. Giuseppe Baturi (Arcivescovo di Cagliari) Mons. Sebastiano
Sanguinetti (vescovo di Tempio – Ampurias) e Mons. Gian Franco Saba (arcivescovo di Sassari).
Prima delle conclusioni affidate nuovamente all’assessore Chessa ed al Monsignor Mura, l’intervento centrale e cruciale del dott. Renato Tomasi, curatore del convegno e responsabile del Turismo Culturale – Religioso della Regione Sardegna, che ha declinato, attraverso dati ed analisi, il quadro istituzionale in cui le
nuove dinamiche politiche e promozionali prenderanno vita.
Hanno concluso l’incontro il padrone di casa Francesco Maceri, preside della Pontificia Facoltà Teologica
della Sardegna, e Giovanni Gazzaneo coordinatore di “Luoghi dell’infinito” mensile di Avvenire. aria.

TERRALBA E LA TORRE VECCHIA DI MARCEDDI’

TERRALBA E LA TORRE VECCHIA DI MARCEDDI'

Oggi continuiamo il nostro percorso virtuale dei comuni aderenti al progetto del Cammino 100 Torri raccontandovi Terralba, diretta discendente dell’antica Neapolis, ed importante centro agricolo e culturale a sud del golfo di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale.

Terralba è il secondo centro più popoloso dell’oristanese e sorge su una vasta pianura di origine alluvionale confinante ad est con il Monte Arci e la Marmilla. Visitandola, non potrete fare a meno di dare un’occhiata ad alcuni monumenti simbolo come la Cattedrale del patrono S. Pietro Apostolo: ricostruita a partire dal 1821 in forma tardo barocca sulla più antica romanica del 1144, l’attuale Chiesa ha pianta a croce latina, caratterizzata da una navata centrale con tre cappelle per lato, dalla facciata ornata da lesene sormontate da capitelli marmorei di reimpiego provenienti da antichi edifici. Nel 1933 la chiesa venne consacrata.. Nella cattedrale sono custoditi i capitelli provenienti da Neapolis (antica città fenicio-punica) e recuperati durante la demolizione dell’abside della precedente cattedrale.Seconda per importanza si trova a Terralba la Chiesa di San Ciraco, eretta nel 1741, che si trova nella parte sudest dell’abitato. Anche l’architettura civile ha tanto da offrire, a partire dalla casa comunale del 1932 costruita in stile Liberty.

Terralba, come d’altronde tutta la Sardegna, è sinonimo di natura incontaminata. Alcune aree rappresentano la parte sopravvissuta alla bonifica nel XX secolo. Ne sono un esempio gli Stagni di Marceddì e San Giovanni con la loro variegata presenza di flora e fauna. Per quanto concerne il mare, invece, la stessa frazione di Marceddì costituisce un graziosissimo villaggio di pescatori incastonato in una pineta secolare.

Di assoluto valore storico e simbolico, per e sul Cammino 100 Torri, incontriamo nei pressi di Marceddì l’importante Torre Vecchia. Edificata nel 1580, faceva parte del sistema difensivo del Golfo di Oristano, progettato da Don Marcantonio Camos (governatore d’Iglesias) per Re Filippo II di Spagna, a causa delle continue incursioni saracene. Fu denominata dai locali Torre Vecchia per distinguerla dall’antistante Torre Nuova. È una torre di medie dimensioni (alta circa 9 m) per la difesa leggera, in pietra basaltica era dotata di: due cannoni (scomparsi) nella terrazza soprastante (detta piazza d’armi); di un mortaretto e due fucili; infine presidiata da un alcade, un artigliere o dei soldati pagati dalla signoria locale o dai commercianti del territorio. L’accesso avveniva da una porta sopraelevata alla quale si accedeva mediante una scala, che poteva essere ritirata in caso di attacco. L’interno era costituito da un ampio salone con volta a tholos, al di sotto del quale vi era una cisterna impermeabilizzata a cocciopesto, essenziale durante i mesi estivi o in caso di assedio. Al di sopra vi era la terrazza dov’era sempre presente il braciere, utile per le segnalazioni alle torri vicine in caso di pericolo. Durante la II Guerra Mondiale fu modificata, subendo delle trasformazioni quali lo svuotamento del basamento della torre con la creazione di un ingresso al piano terra, protetto da un muro; la costruzione del fortino al suo fianco, al di sopra di rovine precedentemente esistenti e ad essa collegata.

Il Comune di Terralba e la Fondazione Medsea hanno programmato e realizzato un importante intervento di restauro e riqualificazione della Torre di Marceddi’, simbolo del territorio e dello stesso Comune. La Torre realizzata nella seconda metà del 1500, dopo mesi di restauro, è tornata ad essere una viva presenza fra le bellezze che popolano il golfo di Oristano.

Sempre nei pressi del borgo di Marceddì consigliamo di visitare altri due luoghi simbolo di questa antica borgata di pescatori: il Museo del Mare e la Chiesa della Madonna di Bonaria.

CABRAS ENTRA A FAR PARTE DEI COMUNI DEL CAMMINO 100 TORRI

CABRAS, L'ANTICA THARROS SULLA VIA DEI GIGANTI

Il numero dei comuni costieri sardi aderenti al progetto del Cammino 100 Torri cresce quotidianamente: nelle ultime ore, grazie alla preziosa disponibilità dell’amministrazione guidata dal sindaco Andrea Abis ed in particolare grazie alla collaborazione dell’assessore al Turismo Carlo Trincas, si è aggiunto alla lista il Comune di Cabras.

Cabras è il fulcro della penisola del Sinis, un territorio selvaggio in cui i colori dominanti sono quelli della natura: il verde della vegetazione mediterranea, l’azzurro e il blu del mare e le infinità tonalità di bianco, rosa e grigio chiaro dei minuscoli sassolini che si mescolano alla sabbia dorata delle spiagge. È un paesaggio variegato in cui spiccano oltre alle spiagge incantevoli anche zone paludose ricchissime di fauna e monumenti antichissimi.

Il territorio di Cabras è abitato dall’uomo fin dal neolitico, come dimostrato dall’importante villaggio di Cuccuru is Arrius. In epoca nuragica, durante l’età del bronzo, il territorio di Cabras appare intensamente popolato, si contano infatti all’incirca 75 nuraghi. Alla prima metà del I millennio a.C. vengono datate dagli studiosi le imponenti statue di Monte Prama, una necropoli rinvenuta ai piedi del colle omonimo, rinvenute casualmente negli anni settanta e recentemente restaurate. Proprio da queste meravigliose sculture, esposte presso il Museo Civico Giovanni Marongiu, prende il nome la Via dei Giganti che, lungo il percorso del Cammino 100 Torri, prende il via da Bosa e si conclude a Marceddì vicino a Terralba. Il sito archeologico di Tharros, situato su una lingua di terra protesa verso il mare a circa 10 km dal centro cittadino, rappresenta una vera e propria meraviglia storica di Cabras.

Di grande interesse sono le spiagge della penisola del Sinis, un litorale ancora per larghi tratti non costruito nel quale spiccano per bellezza le bianche distese di sabbia di Is Arutas, Maimoni e Mari Ermi.

Tra il XVI e il XVII secolo, su iniziativa della Corona di Spagna, furono costruite lungo il litorale del Sinis di Cabras la Torre di S. Giovanni, Torre Vecchia (o di S. Marco) e la Torre del Sevo (Turr’e Seu). Come le altre torri costiere sarde, esse furono innalzate per proteggere le popolazioni locali dalle incursioni dei pirati e dei corsari barbareschi che provenivano dal vicino Nord-Africa.

17Ott2021 Costa Rei Ferraxi Monteferru evento C100t

Domenica

17 ottobre 2021

GPS

percorso

12 km (circolare)

difficoltà

media

torri

2

Cosa vedremo assieme

Il #cammino100torri continua a raccontare la Sardegna ed i suoi luoghi più affascinanti.

Partiremo, anzi proseguiremo con il nostro cammino, scopriremo una delle torri più belle e più alte della Sardegna (Torre di Monte Ferru o Torre di Capo Ferrato) per poi scendere a valle e scoprire le meravigliose spiagge  e calette di Feraxi.

𝗜𝗦𝗖𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗘 𝗣𝗥𝗘𝗡𝗢𝗧𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘

Il costo per la logistica è di 10€ per partecipante.

PARTENZA 10:00

Sportivo (si consigliano scarponi da trekking)

frutta secca e disidratata (da usare durante la camminata). Pranzo al sacco. Portarsi una buona quantità di acqua necessaria per l’idratazione del corpo.

raccomandazioni utili

Si consigli un vestiario consono per le escursioni

  • vestiti leggeri e comodi
  • giacca antivento
  • scarpe da trekking

Alimentazione

  • pranzo a sacco
  • 2l acqua
  • frutta secca

Sei pronto a partire con noi?

Torre di Porto Giunco

Torre di Porto Giunco

Villasimius (SU)

stone-tower_38836

017

GPS

via Sarcapos

La Torre di Porto Giunco è una torre di avvistamento aragonese che si trova sul versante est del promontorio di Capo Carbonara, nel territorio di Villasimius. È raggiungibile a piedi dalla caletta di Porto Giunco seguendo un sentiero che si snoda nella macchia mediterranea che ricopre il promontorio, oppure in auto dal versante di Capo Carbonara. La torre si trova ad una altezza di circa 50 metri sul livello del mare e dalla sua posizione domina la sottostante spiaggia di Porto giunco e lo Stagno di Notteri. La Torre alta circa 9 metri è di forma tronco-conica e fu edificata probabilmente nel 1578. Il materiale da costruzione utilizzato è il granito locale. La struttura originaria aveva una volta a cupola. La cima della torre è raggiungibile tramite una scala a chiocciola interna. La Torre viene classificata fra le torri senzillas, cioè quelle di media grandezza. Nel tempo la torre subì diversi attacchi e fu ristrutturata più volte, nel 1721 fu abbandonata, ma riprese la sua funzione nel 1758. Nel 1812, quando la Sardegna era già parte dello stato sabaudo, la torre fu assediata da una flotta di navi da guerra tunisine che avevano attaccato anche le torri dell’Isola dei Cavoli, di Serpentara, e di San Giovanni di Sarrala, ma resistette. L’ultima citazione nota la dà ancora in servizio nel 1843, anche se fu abbandonata poco dopo. La Torre di Porto Giunco fa parte di un sistema di torri costiere che furono costruita dagli aragonesi nel XVI secolo sui promontori delle coste della sardegna meridionale per avvistare i pirati saraceni. Venendo da Cagliari si incontrano nell’ordine: la Torre di Cala Regina, la Torre De su Fenogu, la Torre di Capo Boi, la Fortezza Vecchia di Villasimius, la Torre dell’Isola dei Cavoli, la Torre di Porto Giunco, la Torre dell’Isola di Serpentara, la Torre di Cala Pira. Ciascuna torre è posta in modo che sia visibile la torre precedente e la successiva, consentendo così una veloce comunicazione lungo tutta la costa con luci e segnali

caratteristiche

tipologia

torrezillas

anno

1578

contribuisci con una donazione all'attività di segnalazione del percorso

Per realizzare questo non basta la passione!

Con una piccola donazione di 1€ ci aiuterai a tracciare il percorso: l’associazione #Cammino100Torri,  ti ringrazia per il tuo contributo!

Con questo piccolo gesto di altruismo hai scelto di sostenere il progetto del più grande cammino regionale d’Italia.

Wanderlust Tower 2016

FOTO COGNOME NOME ETA’ ANNO PERIODO KM TORRI EVENTO
MELIS NICOLA 33 2016 PRI 1800 98 APRIPISTA 2016
ARPINI IVAN 2017 INV 400 35 Via degli Angeli, Via Sarcapos, Via Ogliastra
ballocco alina 2017 INV 120 12 #PASQUANELSINIS2017
ARPINI IVAN 2018 INV 600 32 Via del Martirio,Via delle Miniere, Via dei Giganti
ardau federica 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
bandinu sergio 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
BATTILANA MARA 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
BRACCO MARCO 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
brianda salvatorica 2018 INV/PRIM 500 40 #AROUNDSARDINIA2018
bua giovanni maria 2018 INV/PRIM #AROUNDSARDINIA2018
cherchi alessandra 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
chiodo carlo 2018 INV/PRIM 300 25 #AROUNDSARDINIA2018
collu dario 25 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
conti marta 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
Cossu Franca 2018 INV/PRIM 600 Via degli Angeli, Via Sarcapos, Via Ogliastra
dessena rossana 2018 INV/PRIM 300 27 #AROUNDSARDINIA2018
dettori salvatore 2018 INV/PRIM 500 40 #AROUNDSARDINIA2018
elisabeth boi 2018 INV/PRIM 1100 86 #AROUNDSARDINIA2018
erbi elena 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
fais angioletta 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
FORTUNATO DANIELA 2018 INV/PRIM 400 30 #AROUNDSARDINIA2018
la spada antonino 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
landini franco 2018 INV/PRIM 400 #AROUNDSARDINIA2018
Leori Giuseppe 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
loi Ruggero 2018 INV/PRIM 1250 100 #AROUNDSARDINIA2018
lovigu maria piera 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
lupica spagnolo maria giovanna 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
manis maria rosaria 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
marica luisa 2018 INV/PRIM 500 #AROUNDSARDINIA2018
MELIS NICOLA 35 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
murgia maria franca 2018 INV/PRIM 200 #AROUNDSARDINIA2018
obino maria cristina 2018 INV/PRIM #AROUNDSARDINIA2018
pili stefano 2018 INV/PRIM #AROUNDSARDINIA2018
pireddu daniela 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
podda egidio 2018 INV/PRIM 500 100 #AROUNDSARDINIA2018
porcu natale 2018 INV/PRIM 150 22 #AROUNDSARDINIA2018
roncalli emilio 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
soro gianna pinna 2018 INV/PRIM 300 27 #AROUNDSARDINIA2018
SOVRANO MARIA AUSILIA 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
TAMBORINO MATTEO 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
Tomaselli Emanuela 2018 INV/PRIM 500 100 #AROUNDSARDINIA2018
Uras Paolo 2018 INV/PRIM 200 15 #AROUNDSARDINIA2018
Vandekerkchove Frank 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
Viali Andrea 2018 INV/PRIM 400 40 #AROUNDSARDINIA2018
Sanna Serenella 2018 INV/PRIM 1300 100 #AROUNDSARDINIA2018
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FOTO COGNOME NOME ETA’ ANNO PERIODO KM TORRI EVENTO
B. ALESSIA 33 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
C. NADIA 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
M. MARGHERITA 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
S. MAILA 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
S. CHIARA 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
L. A. F. 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
P. ALESSIO 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
T. MARCO PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
C. FLAVIO 2018 PRIMAVERA #AROUNDSARDINIA2018
C. FEDERICO 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
S. MICHELE 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
C. RICCARDO 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
S. ANTONIO 2018 PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
M. MATTEO 2018  PRIMAVERA scuola Via dei Giaganti
FOIS GABRIELLA DOC 2018 INV/PRIM scuola Via dei Giaganti
BALLOCCO ALINA 2018 INV/PRIM scuola Via dei Giaganti
XXXXXXX xxxxxx
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LE TORRI

le tORRI

Le torri costiere sono delle strutture fortificate, erette lungo i litorali della Sardegna, con il compito di difenderla e avvistare dai pericoli dati dagli invasori saraceni.

Le fortificazioni ebbe inizio nell’alto medioevo fino alla metà del diciannovesimo secolo, costituendo il sistema difensivo dell’intera isola.

IL PERIODO BIZZANTINO

Le prime incursioni ebbero inizio nel VIII secolo, più precisamente da alcuni documenti storici nel 705 durante la domini nazione bizantina dell’isola, da parte degli arabi.

Queste incursioni portarono alle prime fortificazioni dell’isola, che vennero incrementate durante il periodo dei Giudicati sardi (Arborea, Cagliari, Gallura e Torres) e dal VII al XV secolo e dalle repubbliche marinare di Pisa e Genova.

PERIODO DOMINAZIONE SPAGNOLO

Nel 1502, con la cacciata dei “moriscos” dalla Spagna, la pirateria nel mediterraneo ebbe un ruolo importante, che comporto  un aumento di incursioni e terrore tra le popolazione costiere della Sardegna e dell’Italia.

Il grande pericolo turco-barbaresco e l’estrema vulnerabilità delle coste sarde, in ragione della sua vicinanza alla costa del Nordafrica, e con l’aiuto dei dei venti favorevoli, la Corona di Spagna inizio  temere di perdere il controllo dell’isola.

Dal 1570 si inizio a progettare le strutture difensive, con la costruzione di nuove torri e la fortificazione di quelle esistenti.

Con l’incursione del  con il saccheggio di Quartu S.Elena e dell’hinterland, giungendo fino alle porte della città di Cagliari, convinse il re Filippo II di Spagna a concretizzare questo progetto e di creare la Reale Amministrazione Delle Torri.

Questa aveva il compito di pianificare e costruire nuove torri e prevedere alla loro manutenzione, gestione e funzionamento e controllava il corpo militare delle torri.

Vennero erette  105 torri costiere più le torri di fortificazioni all’interno delle città principali Cagliari, Alghero Oristano Torres e Castelsardo.

Periodo Regno della Sardegna alla Seconda Guerra Mondiale

Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

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Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

Tipologia delle torri

Tutte le torri hanno una pianta a sezione circolare, sia per motivi economici, visto l’utilizzo di maestranze non specializzate e con materiali reperiti in loco  e l’utilizzo di malte o in alternative con impasti di sabbia e argilla.

Esistono anche alcune torri con pianta non circolare come la torre di Porto Torres a pianta esagonale e Torre Salinas di Muravera e di Pischeredda di Nurachi con pianta quadrata.

Torre de Armas

Erano le più grandi e di difesa pesante, come ad esempio la torre di Calamosca a Cagliari e la Torre Grande ad Oristano. Le torri erano presidiate da un alcaide, che aveva a disposizione un artigliere e quattro soldati, ed erano armate tipicamente di quattro cannoni di grosso calibro, due spingarde e cinque fucili. Le dimensioni medie delle gagliarde erano di circa 17 metri di diametro per 14 di altezza;

senzillas

Sono le torri per la difesa leggera, avevano una funzione di avvistamento e prima difesa, un esempio sono le torri di Chia, Malfatano e Canai. Le Torri erano presidiate da un alcaide, un artigliere e due o tre uomini, e dotate tipicamente di due cannoni di medio calibro, due spingarde e cinque fucili. Le dimensioni erano di circa 13 metri di diametro e 10 di altezza;

torrezillas

Sono le torri più piccole e fungevano quasi esclusivamente da punto di osservazione come quelle di Sa Mora, Sant'Elia e Lazzaretto. Le torri erano presidiate da due soldati con in dotazione una spingarda e due fucili. Le dimensioni medie erano di 5 metri di diametro e 7 metri di altezza.

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VIA CATALANA

VIA catalana

da Castelsardo a bosa

#042 - Torre Aragonese

La Via Catalana con i suoi 238 km è uno dei tratti più lunghi da percorrere sul #cammino100torri. Il percorso è caratterizzato dalle ampie spiagge e dai borghi di origine medioevale di grande importanza storica ed artistica come Castelsardo, Alghero e Bosa. La Via Catalana prende il via proprio da Castelsardo, incatevole borgo affacciato sul Golfo dell’Asinara. Il cammino si snoda in un susseguirsi di coste rocciose trachitiche
con piccole insenature, con l’eccezione della spiaggia di Lu Bagnu. Grazie a questa posizione la località, oltre ad essere esposta ai venti, gode di un panorama unico spaziando su tutte le coste del golfo, comprese
quelle della Corsica. Alghero con i suoi 43000 abitanti è tra i centri costieri più popolati attraversati dal cammino 100 torri. Conosciuta anche come Barceloneta, la piccola Barcellona, la città ha conservato l’uso del catalano, di cui è isola linguistica riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna (come lingua minoritaria). Rappresenta una delle porte di accesso all’Isola grazie al suo aeroporto, che sorge nelle vicinanze di Fertilia. Conosciuta anche per la Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata,
pescato da corallari subacquei. Ha una forte vocazione turistica ed è una delle principali mete nell’isola: nel 2012 è stata la decima città italiana più visitata dai turisti stranieri. 6.5 Via Catalana Bosa invece è il principale centro abitato della subregione della Planargia e si inserisce, storicamente, nel più vasto
territorio del Logudoro. Durante il dominio aragonese, ottenne il rango di città regia del quale attualmente permane, con l’abolizione dei privilegi feudali, il titolo onorifico di città. Insieme ad Alghero è sede vescovile della diocesi. Di grande importanza dal punto di vista storico la Via Catalana rappresenta un dei fiori all’occhiello del cammino 100 torri anche da quello ambientale: di primario interesse naturalistico l’area marina protetta di Capo Caccia, dell’isola Piana e del golfo di Porto Conte. La particolare conformazione geologica (di origine carsica) rende la zona ricchissima di grotte ed anfratti, ancora in buona parte inesplorati. Insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno accessibili sia dal mare che da terra (tramite
la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari come l’organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei ricami e la Grotta Verde.
Punti di Forza In poche altre zone della Sardegna gli amanti della solitudine possono godersi i propri passi come sulla Via Catalana. La poca presenza di persone è così percepibile come in questo tratto. Una via che riesce ad unire addirittura due parchi, quello regionale di Porto Conte e quello nazionale dell’Asinara. Punti
a favore di questo segmento del cammino 100 torri sono l’elevata presenza di strutture ricettive di qualità, l’aereoporto di Fertilia, e l’attraversamento della città di Alghero con le sue bellezze.
Difficoltà La durata della Via Catalana (circa due settimane) rimane un aspetto ragguardevole. Da evidenziare le problematiche legate al raggiungimento dell’isola dell’Asinara: si necessita di quasi un’ora di navigazione da Porto Torres, più i quattro chilometri da percorrere a piedi per giungere all’unico punto di ristoro presente. Da sottolineare la quasi assenza di strutture ricettive lungo il tratto Alghero – Bosa.#

tRA ARAGONESI E CATALANI

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VIA GALLURA

VIA gallura

da budoni a castelsardo

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La Via Gallura è caratterizzata da un percorso articolato e frastagliato che si snoda attraverso strette e lunghe insenature e rocce granitiche. La costa è fronteggiata da numerose isole, tra cui Tavolara e quelle dell’Arcipelago della Maddalena, che rendono la Gallura una meta turistica tra le più famose ed amate della Sardegna. La prima tappa della Via Gallura prende il via poco prima del comune di Porto San Paolo per concludersi dopo circa 240 km a Castelsardo, comprendendo i territori di Olbia, Tempio Pausania, Arzachena, Santa Teresa di Gallura, Palau, Golfo Aranci, Badesi, San Teodoro, Budoni, e molti altri piccoli comuni: un tratto costiero da sempre tra i più amati e frequentati dai turisti. Basti pensare alla Costa Smeralda ed ai suoi inconfondibili ritratti panoramici. Oltre alle rinomate spiagge, il cammino 100 torri incontra numerosi altri luoghi di interesse naturalistico ed artistico, tra i quali il Pozzo Sacro Sa Testa ad Olbia, il Pozzo Sacro Milis a Golfo Aranci o le più moderne strutture di difesa come la Fortezza di Monte Altura a Palau o il bellissimo Sito Archeologico Lu Brandali a Santa Teresa Gallura, per poi terminare nella meravigliosa Castelsardo. Come sub regione la Gallura si differenzia dal resto dell’isola anche per il dialetto
e per le tipiche costruzioni denominate ‘stazzi’. La Via Gallura si estende dal fiume Coghinas che la delimita
a ovest, fino al massiccio del monte Nieddu a sudest, nei comuni di San Teodoro e Budoni. Caratteristiche di questa zona sono le produzioni di granito e l’industria sugheriera più grande in Italia.
Punti di Forza La presenza del porto e dell’aeroporto di Olbia rendono questo tratto del cammino facilmente raggiungibile per i camminatori provenienti dal nord Italia. La fortissima vocazione turistica della gallura garantisce un’elevata presenza di strutture ricettive e di servizi di varia natura (non mancano i negozi di settore, di trekking ed outdoor).
Difficoltà Un grande limite per gli appassionati di cammini è l’elevato numero di chilometri da percorrere sull’asfalto, compresi quelli in prossimità del mare. Molte spiagge sono difficili da trovare e vi è un elevata presenza di terreni privati.

Lungo le vie del granito

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VIA OGLIASTRA

VIA OGLIASTRA

da ARBATAX a BUDONI

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La Via Ogliastra è forse la più ardua del cammino 100 torri, ma è proprio in questo tratto del periplo sardo che l’incontro tra il mare e la montagna diventa pura poesia. Il percorso, infatti, si alterna tra cale famose nel mondo (cala Goloritze, cala Sisine, cala Luna, cala Gonone), falesie spettacolari, grotte da scoprire e vegetazione unica nel suo genere, attraverso sentieri tortuosi e fresche pinete, secolari boschi di leccio, mastodontici archi, vecchi ovili e panorami mozzafiato, lungo antichi sentieri di carbonai e pastori. La Via Ogliastra ripercorre il sentiero a mare della vecchia curatoria di Trigonia, attraverso impervi sentieri antiche mulattiere ed ingegnose scale in ginepro. Alcuni tratti della via Ogliastra ripercorrono gli ormai blasonati percorsi del “selvaggio blu”, rendendo l’esperienza del cammino 100 torri un’avventura indimenticabile. L’itinerario prevede come punto di partenza Tertenia a mare, passando per sa Pedra Stampada ed il porto
di Arbatax (Tortolì), lasciato il quale, si inizia la graduale scalata verso Golgo, sito nel comune di Baunei. Proseguendo lungo la Via Ogliastra s’incontrano cala Sisine e cala Luna, davanti alla bellezza delle quali è impossibile rimanere indifferenti. Sulla scia di tanta meraviglia l’itinerario prevede Cala Gonone, Cala Cartoe, Posada, e per finire Budoni. La lunghezza totale di questa Via è di 144 km da percorre in circa una settimana per i più allenati.
Punti di Forza La difficoltà del percorso mescolata alla bellezza ed ai colori dei paesaggi, regalano a questa parte del cammino 100 torri un enorme fascino, vero e proprio sogno per chi vive quotidianamente il
mondo del trekking e dei cammini. La poca presenza antropica, in alcuni periodi dell’anno addirittura quasi inesistente, permette un’immersione totale in questo patrimonio naturalistico prezioso ed unico. Per lunghi tratti l’ombra regalata dalla vegetazione mitiga le temperature torride dei mesi più caldi, fornendo ai camminatori ristoro e benessere. I dislivelli del percorso creano una piacevole alternanza di punti panoramici dove poter scattare foto o semplicemente godersi la natura.
Difficoltà La Via Ogliastra è la più dura sotto l’aspetto tecnico, ma rimane la più appagante dal punto di
vista visivo. Questo tratto del cammino 100 torri presuppone una elevata preparazione fisica e mentale. La carenza di asfalto, strutture ricettive ed acqua rendono questo tratto del cammino 100 torri decisamente sevaggio ed impegnativo. La salita “a Golgo” è la più difficile e tecnica di tutto il periplo sardo, e la poca segnaletica si unisce alle già non poche difficoltà. Come accennato le fonti d’acqua sono rare ed i punti ristoro pochi, e quei pochi lungo l’itinerario, sono operativi solo per pochi mesi durante l‘anno. Inevitabilmente questo incide sul peso degli zaini, non di rado ricolmi di provviste per più giorni di viaggio.

tra montagna e mare

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