TERRALBA E LA TORRE VECCHIA DI MARCEDDI’

TERRALBA E LA TORRE VECCHIA DI MARCEDDI'

Oggi continuiamo il nostro percorso virtuale dei comuni aderenti al progetto del Cammino 100 Torri raccontandovi Terralba, diretta discendente dell’antica Neapolis, ed importante centro agricolo e culturale a sud del golfo di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale.

Terralba è il secondo centro più popoloso dell’oristanese e sorge su una vasta pianura di origine alluvionale confinante ad est con il Monte Arci e la Marmilla. Visitandola, non potrete fare a meno di dare un’occhiata ad alcuni monumenti simbolo come la Cattedrale del patrono S. Pietro Apostolo: ricostruita a partire dal 1821 in forma tardo barocca sulla più antica romanica del 1144, l’attuale Chiesa ha pianta a croce latina, caratterizzata da una navata centrale con tre cappelle per lato, dalla facciata ornata da lesene sormontate da capitelli marmorei di reimpiego provenienti da antichi edifici. Nel 1933 la chiesa venne consacrata.. Nella cattedrale sono custoditi i capitelli provenienti da Neapolis (antica città fenicio-punica) e recuperati durante la demolizione dell’abside della precedente cattedrale.Seconda per importanza si trova a Terralba la Chiesa di San Ciraco, eretta nel 1741, che si trova nella parte sudest dell’abitato. Anche l’architettura civile ha tanto da offrire, a partire dalla casa comunale del 1932 costruita in stile Liberty.

Terralba, come d’altronde tutta la Sardegna, è sinonimo di natura incontaminata. Alcune aree rappresentano la parte sopravvissuta alla bonifica nel XX secolo. Ne sono un esempio gli Stagni di Marceddì e San Giovanni con la loro variegata presenza di flora e fauna. Per quanto concerne il mare, invece, la stessa frazione di Marceddì costituisce un graziosissimo villaggio di pescatori incastonato in una pineta secolare.

Di assoluto valore storico e simbolico, per e sul Cammino 100 Torri, incontriamo nei pressi di Marceddì l’importante Torre Vecchia. Edificata nel 1580, faceva parte del sistema difensivo del Golfo di Oristano, progettato da Don Marcantonio Camos (governatore d’Iglesias) per Re Filippo II di Spagna, a causa delle continue incursioni saracene. Fu denominata dai locali Torre Vecchia per distinguerla dall’antistante Torre Nuova. È una torre di medie dimensioni (alta circa 9 m) per la difesa leggera, in pietra basaltica era dotata di: due cannoni (scomparsi) nella terrazza soprastante (detta piazza d’armi); di un mortaretto e due fucili; infine presidiata da un alcade, un artigliere o dei soldati pagati dalla signoria locale o dai commercianti del territorio. L’accesso avveniva da una porta sopraelevata alla quale si accedeva mediante una scala, che poteva essere ritirata in caso di attacco. L’interno era costituito da un ampio salone con volta a tholos, al di sotto del quale vi era una cisterna impermeabilizzata a cocciopesto, essenziale durante i mesi estivi o in caso di assedio. Al di sopra vi era la terrazza dov’era sempre presente il braciere, utile per le segnalazioni alle torri vicine in caso di pericolo. Durante la II Guerra Mondiale fu modificata, subendo delle trasformazioni quali lo svuotamento del basamento della torre con la creazione di un ingresso al piano terra, protetto da un muro; la costruzione del fortino al suo fianco, al di sopra di rovine precedentemente esistenti e ad essa collegata.

Il Comune di Terralba e la Fondazione Medsea hanno programmato e realizzato un importante intervento di restauro e riqualificazione della Torre di Marceddi’, simbolo del territorio e dello stesso Comune. La Torre realizzata nella seconda metà del 1500, dopo mesi di restauro, è tornata ad essere una viva presenza fra le bellezze che popolano il golfo di Oristano.

Sempre nei pressi del borgo di Marceddì consigliamo di visitare altri due luoghi simbolo di questa antica borgata di pescatori: il Museo del Mare e la Chiesa della Madonna di Bonaria.

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