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Via Sarcapos, si estenda per 143 km lungo la costa del Sarrabus.
La via prende il nome di Sarcapos, era un’antica città della Sardegna di epoca fenicio-punica e romana situata nella sub-regione del Sarrabus, rappresentando una delle vie di comunicazione marittime che erano un tempo attive nello scalo fluviale sul Flumendosa.
La sua esatta ubicazione è stata a lungo oggetto di dibattito, oggi si tende a localizzarla nel territorio di Villaputzu, presso il rilievo di Cuccuru Santa Maria, al pochi km dalla foce del Flumendosa Di essa rimangono alcune tracce come i resti di un edificio che si presume fosse un tempio e una necropoli che ha restituito oltre 170 sepolture puniche e romane. Oltre alle acque cristalline che lambiscono le sue spiagge e le sue scogliere, in buona parte presidiate da torri aragonesi.
Per realizzare questo non basta la passione!
Con una piccola donazione di 1€ ci aiuterai a tracciare il percorso: l’associazione #Cammino100Torri, ti ringrazia per il tuo contributo!
Con questo piccolo gesto di altruismo hai scelto di sostenere il progetto del più grande cammino regionale d’Italia.
per noi i WANDERLUST TOWER sono tutti coloro che non riescono a stare mai fermi in un posto e sentono l’irrefrenabile desiderio di esplorare il mondo, e quindi anche la nostra Sardegna, di vedere luoghi nuovi e di conoscere nuove culture, ma soprattutto abbiano quasi la necessità di PERCORRERE IL #CAMMINO100TORRI
vi diciamo fin da subito che se avete la voglia di percorrere il #cammino100torri potreste essere affetti dalla sindrome di wanderlust, anche conosciuta come la malattia del viaggiatore.
Il termine wanderlust è di origini tedesche e significa letteralmente “desiderio di viaggiare”.
Più che una malattia per alcuni è una fissazione, un’ossessione o magari anche la valvola di sfogo per alleviare insoddisfazioni personali. I “malati” di wanderlust si riconoscono al volo e ci sono dei segnali inequivocabili per comprendere se si è affetti da questa sindrome.
la necessità viscerale di viaggiare, conoscere posti e gente nuova, fare esperienze inconsuete. Tra l’altro, se scegliete una località di mare, secondo uno studio condotto di recente, fa anche molto bene al cervello.
una vera e propria passione, un hobby adatto a tutti i sognatori e a quelli che pensano che la vita, per essere considerata tale, debba essere curiosa e originale.
Tuttavia una recente ricerca scientifica sembra aver dimostrato che i malati di viaggi sono tali perché ce l’hanno scritto nel DNA. La ricerca, pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, è certa di aver individuato il cosiddetto ‘gene del viaggio’, ribattezzato appunto gene di wanderlust.
Il gene del viaggio non sarebbe altro che il recettore della dopamina D4, che sarebbe il diretto responsabile della passione e dell’amore per tutto ciò che è esotico e sconosciuto. Pare che questo recettore non sia presente in tutti, ma fa parte del DNA di circa il 20% della popolazione mondiale.
Ulteriori studi al riguardo hanno poi dimostrato che la maggior parte delle persone affette da questa sindrome sono geograficamente collocate in aree del mondo in cui storicamente i viaggi sono sempre stati incoraggiati, come per esempio l’Africa, da cui già milioni di anni fa migrarono i primi uomini.
Anche il National Geographic ha finanziato uno studio che ha rilevato come i wanderluster siano persone maggiormente propense ad affrontare rischi, a provare cibi nuovi, ad avere relazioni nuove .
Insomma, messa in questi termini non sembrerebbe proprio una brutta malattia, ma un impulso vecchio quanto l’uomo, che spingerebbe ad andare verso l’ignoto e a superare le barriere culturali e geografiche. Se allora sentite la voglia irrefrenabile di partire e navigate costantemente su siti di viaggi, potreste essere dei wanderluster anche voi.
possedere il PASSAPORTO
comunicare all’associazione #cammino100torri la data della partenza (per poter richiedere il TESTIMONIUM della via o dell’intero periplo)
aver timbrato il PASSAPORTO almeno una volta al giorno durante il proprio cammino (strutture ricettive convenzionate, bar o similari)
aver “toccato” almeno 10 torri consecutivamente o aver completato un’ intera VIA
averlo percorso a piedi più del 90% del la VIA
è l’evento dell’associazione #cammino100torri
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il #cammino100torri offre un ampia scelta tra strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere
La via catalana è il tratto di cammino più lungo, ed è caratterizzato dalle ampie spiagge e borghi di origine medioevale di grande carattere storico artistico: Castelsardo, Alghero, Bosa. Tre città differenti: • Castelsardo si affaccia al centro del Golfo dell'Asinara, il cammino si snoda in un susseguirsi di coste rocciose trachitiche con piccole insenature, con l'eccezione della spiaggia di Lu Bagnu. Grazie a questa posizione la località, oltre ad essere esposta ai venti, gode di un panorama unico spaziando su tutte le coste del golfo, comprese quelle della Corsica • Alghero, è la quinta città della Sardegna con più di 43000 abitanti, conosciuta anche come Barceloneta, la piccola Barcellona: la città ha infatti conservato l'uso del catalano, di cui è un'isola linguistica riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. è una delle porte di accesso all'Isola, grazie all'aeroporto che sorge nelle vicinanze di Fertilia. Conosciuta anche per la Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata, pescato da corallari subacquei. Ha una forte vocazione turistica ed è una delle principali mete nell'isola; nel 2012 è stata la 10ª città italiana più visitata dai turisti stranieri. • Bosa è il principale centro abitato della subregione della Planargia e si inserisce, storicamente, nel più vasto territorio del Logudoro. Durante il dominio aragonese, ottenne il rango di città regia del quale attualmente permane, con l'abolizione dei privilegi feudali, il titolo onorifico di città. Importante sotto l’aspetto storico la Via Catalana rappresenta il fiore all’occhiello del #cammino100torri anche sotto il punto di vista ambientale. Il cammino si snoda tra le tante torri e fari, ma soprattutto nella zona di Capo Caccia con la prospiciente Isola Piana e del golfo di Porto Conte, sito di primario interesse naturalistico, in cui è stata costituita l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. La particolare conformazione geologica (origine carsica) rende la zona ricchissima di grotte ed anfratti, ancora in buona parte inesplorati. Insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno, accessibili sia dal mare sia da terra (tramite la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari, come l'organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei Ricami e la Grotta Verde
vi consigliamo di saltare le tappe Alghero Bosa usando il BUS che passa circa ogni 6ore
i bus si trovano nei maggiori centri tranne nel periodo estivo
La via dei Giganti è il percorso lungo la costa che va dall’antica Cornus è un’antica città-stato della Sardegna, fondata nell’ultimo quarto del VI secolo a.C., passando da Tharros è un sito archeologico di origine fenicio della provincia di Oristano, situato nel comune di Cabras, inSardegnaed arrivando a Neapolis ovvero “Nuova città”, fu un’antica città della Sardegna, fra le più importanti località dell’isola. Era collocata all’estremità meridionale del Golfo di Oristano, nell’attuale località di Santa Maria di Nabui, nel comune di Guspini, La città fu sotto controllo fenicio-punico e successivamente romano.
Una via piena di storia e reperti e tracce di civiltà passate, passando dalle popolazioni nuragiche, fenicie,romane ed arrivare a noi con tutta la sua bellezza.
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La via delle Miniere è il tratto del #cammino100torri che attraversa la costa sud ovest della Sardegna. Attraversa il primo Parco Geominerario riconosciuto Patrimonio dell’Unesco. La storia dei minatori e le lotte dei lavoratori trovano casa a Bugerru chiamata «petite Paris» ovvero “piccola Parigi” in quanto i dirigenti minerari che si erano trasferiti nel borgo minerario con le rispettive famiglie avevano ricreato un certo ambiente culturale. Mentre dall’altra parte c’erano i minatori che lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni di lavoro massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro; questi erano organizzati nella Federazione dei minatori.
Un percorso tra le più belle spiagge selvagge e l’architettura industriale mineraria.
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La Via del Martirio è la via con più connotazione religiosa, prende nome dall’unione fisica dei siti del martirio di Sant’Antioco e di Sant’Efisio. Dall’isola di san Pietro (Carloforte), si percorre l’isola di Sant’Antioco attraversando Calasetta e la stessa sant’Antioco, dove il golfo di Palmas ci accompagnerà fino alle saline ed a Porto Pino. Obbiettivo finale :Cagliari passando da Chia, Pula e Nora, concludendo il #cammino100torri dopo 70 tappe e 1284km Sant’Antioco e Sant’Efisio rappresentano assieme a Nostra Signora di Bonaria I patroni della Sardegna, con feste di carattere popolare e folkloristico. (1 maggio)
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LUNGHEZZA:
15KM
NOME VIA:
XXXX
TORRI INCONTRATE:
14
KM RIMANENTI:
16025KM
10% ASFALTO
15% SENTIERO
60% SPIAGGIA
(tutte le descrizioni son date in senso antiorario)
Il cammino inizia da Cagliari esattamente dal Municipio di Cagliari, la tappa è prevalentemente piana tranne gli ultimi km dove si sale verso il Monte Sant’Elia
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CF 92234350921 - Associazione #Cammino100Torri
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