LE TORRI

le tORRI

Le torri costiere sono delle strutture fortificate, erette lungo i litorali della Sardegna, con il compito di difenderla e avvistare dai pericoli dati dagli invasori saraceni.

Le fortificazioni ebbe inizio nell’alto medioevo fino alla metà del diciannovesimo secolo, costituendo il sistema difensivo dell’intera isola.

IL PERIODO BIZZANTINO

Le prime incursioni ebbero inizio nel VIII secolo, più precisamente da alcuni documenti storici nel 705 durante la domini nazione bizantina dell’isola, da parte degli arabi.

Queste incursioni portarono alle prime fortificazioni dell’isola, che vennero incrementate durante il periodo dei Giudicati sardi (Arborea, Cagliari, Gallura e Torres) e dal VII al XV secolo e dalle repubbliche marinare di Pisa e Genova.

PERIODO DOMINAZIONE SPAGNOLO

Nel 1502, con la cacciata dei “moriscos” dalla Spagna, la pirateria nel mediterraneo ebbe un ruolo importante, che comporto  un aumento di incursioni e terrore tra le popolazione costiere della Sardegna e dell’Italia.

Il grande pericolo turco-barbaresco e l’estrema vulnerabilità delle coste sarde, in ragione della sua vicinanza alla costa del Nordafrica, e con l’aiuto dei dei venti favorevoli, la Corona di Spagna inizio  temere di perdere il controllo dell’isola.

Dal 1570 si inizio a progettare le strutture difensive, con la costruzione di nuove torri e la fortificazione di quelle esistenti.

Con l’incursione del  con il saccheggio di Quartu S.Elena e dell’hinterland, giungendo fino alle porte della città di Cagliari, convinse il re Filippo II di Spagna a concretizzare questo progetto e di creare la Reale Amministrazione Delle Torri.

Questa aveva il compito di pianificare e costruire nuove torri e prevedere alla loro manutenzione, gestione e funzionamento e controllava il corpo militare delle torri.

Vennero erette  105 torri costiere più le torri di fortificazioni all’interno delle città principali Cagliari, Alghero Oristano Torres e Castelsardo.

Periodo Regno della Sardegna alla Seconda Guerra Mondiale

Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

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Queste smisero di avere un ruolo chiave della storia sarda, dopo il 1815 anno dell’ultima incursione e del Congresso di Vienna, dove veniva abolita la schiavitù.

La perdita di interesse strategico e di protezione comportò la sospensione dei finanziamenti per la loro manutenzione e pochi anni dopo nel 1842 il re Carlo Alberto di Savoia decreto la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri con regio editto.

Solo alcune di esse vennero ancora utilizzate per scopi di controllo del territorio mentre le altre andarono in abbandono.

Solo con le due guerre mondiali, soprattutto con la seconda, le torri vennero riutilizzate per scopi bellici con modifiche importanti e in alcuni casi anche la loro distruzione per motivi strategici come la torre della Zavorra o la Torre di Is Mortorius.

Tipologia delle torri

Tutte le torri hanno una pianta a sezione circolare, sia per motivi economici, visto l’utilizzo di maestranze non specializzate e con materiali reperiti in loco  e l’utilizzo di malte o in alternative con impasti di sabbia e argilla.

Esistono anche alcune torri con pianta non circolare come la torre di Porto Torres a pianta esagonale e Torre Salinas di Muravera e di Pischeredda di Nurachi con pianta quadrata.

Torre de Armas

Erano le più grandi e di difesa pesante, come ad esempio la torre di Calamosca a Cagliari e la Torre Grande ad Oristano. Le torri erano presidiate da un alcaide, che aveva a disposizione un artigliere e quattro soldati, ed erano armate tipicamente di quattro cannoni di grosso calibro, due spingarde e cinque fucili. Le dimensioni medie delle gagliarde erano di circa 17 metri di diametro per 14 di altezza;

senzillas

Sono le torri per la difesa leggera, avevano una funzione di avvistamento e prima difesa, un esempio sono le torri di Chia, Malfatano e Canai. Le Torri erano presidiate da un alcaide, un artigliere e due o tre uomini, e dotate tipicamente di due cannoni di medio calibro, due spingarde e cinque fucili. Le dimensioni erano di circa 13 metri di diametro e 10 di altezza;

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Sono le torri più piccole e fungevano quasi esclusivamente da punto di osservazione come quelle di Sa Mora, Sant'Elia e Lazzaretto. Le torri erano presidiate da due soldati con in dotazione una spingarda e due fucili. Le dimensioni medie erano di 5 metri di diametro e 7 metri di altezza.

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VIA CATALANA

VIA catalana

da Castelsardo a bosa

#042 - Torre Aragonese

La Via Catalana con i suoi 238 km è uno dei tratti più lunghi da percorrere sul #cammino100torri. Il percorso è caratterizzato dalle ampie spiagge e dai borghi di origine medioevale di grande importanza storica ed artistica come Castelsardo, Alghero e Bosa. La Via Catalana prende il via proprio da Castelsardo, incatevole borgo affacciato sul Golfo dell’Asinara. Il cammino si snoda in un susseguirsi di coste rocciose trachitiche
con piccole insenature, con l’eccezione della spiaggia di Lu Bagnu. Grazie a questa posizione la località, oltre ad essere esposta ai venti, gode di un panorama unico spaziando su tutte le coste del golfo, comprese
quelle della Corsica. Alghero con i suoi 43000 abitanti è tra i centri costieri più popolati attraversati dal cammino 100 torri. Conosciuta anche come Barceloneta, la piccola Barcellona, la città ha conservato l’uso del catalano, di cui è isola linguistica riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna (come lingua minoritaria). Rappresenta una delle porte di accesso all’Isola grazie al suo aeroporto, che sorge nelle vicinanze di Fertilia. Conosciuta anche per la Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata,
pescato da corallari subacquei. Ha una forte vocazione turistica ed è una delle principali mete nell’isola: nel 2012 è stata la decima città italiana più visitata dai turisti stranieri. 6.5 Via Catalana Bosa invece è il principale centro abitato della subregione della Planargia e si inserisce, storicamente, nel più vasto
territorio del Logudoro. Durante il dominio aragonese, ottenne il rango di città regia del quale attualmente permane, con l’abolizione dei privilegi feudali, il titolo onorifico di città. Insieme ad Alghero è sede vescovile della diocesi. Di grande importanza dal punto di vista storico la Via Catalana rappresenta un dei fiori all’occhiello del cammino 100 torri anche da quello ambientale: di primario interesse naturalistico l’area marina protetta di Capo Caccia, dell’isola Piana e del golfo di Porto Conte. La particolare conformazione geologica (di origine carsica) rende la zona ricchissima di grotte ed anfratti, ancora in buona parte inesplorati. Insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno accessibili sia dal mare che da terra (tramite
la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari come l’organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei ricami e la Grotta Verde.
Punti di Forza In poche altre zone della Sardegna gli amanti della solitudine possono godersi i propri passi come sulla Via Catalana. La poca presenza di persone è così percepibile come in questo tratto. Una via che riesce ad unire addirittura due parchi, quello regionale di Porto Conte e quello nazionale dell’Asinara. Punti
a favore di questo segmento del cammino 100 torri sono l’elevata presenza di strutture ricettive di qualità, l’aereoporto di Fertilia, e l’attraversamento della città di Alghero con le sue bellezze.
Difficoltà La durata della Via Catalana (circa due settimane) rimane un aspetto ragguardevole. Da evidenziare le problematiche legate al raggiungimento dell’isola dell’Asinara: si necessita di quasi un’ora di navigazione da Porto Torres, più i quattro chilometri da percorrere a piedi per giungere all’unico punto di ristoro presente. Da sottolineare la quasi assenza di strutture ricettive lungo il tratto Alghero – Bosa.#

tRA ARAGONESI E CATALANI

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VIA GALLURA

VIA gallura

da budoni a castelsardo

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La Via Gallura è caratterizzata da un percorso articolato e frastagliato che si snoda attraverso strette e lunghe insenature e rocce granitiche. La costa è fronteggiata da numerose isole, tra cui Tavolara e quelle dell’Arcipelago della Maddalena, che rendono la Gallura una meta turistica tra le più famose ed amate della Sardegna. La prima tappa della Via Gallura prende il via poco prima del comune di Porto San Paolo per concludersi dopo circa 240 km a Castelsardo, comprendendo i territori di Olbia, Tempio Pausania, Arzachena, Santa Teresa di Gallura, Palau, Golfo Aranci, Badesi, San Teodoro, Budoni, e molti altri piccoli comuni: un tratto costiero da sempre tra i più amati e frequentati dai turisti. Basti pensare alla Costa Smeralda ed ai suoi inconfondibili ritratti panoramici. Oltre alle rinomate spiagge, il cammino 100 torri incontra numerosi altri luoghi di interesse naturalistico ed artistico, tra i quali il Pozzo Sacro Sa Testa ad Olbia, il Pozzo Sacro Milis a Golfo Aranci o le più moderne strutture di difesa come la Fortezza di Monte Altura a Palau o il bellissimo Sito Archeologico Lu Brandali a Santa Teresa Gallura, per poi terminare nella meravigliosa Castelsardo. Come sub regione la Gallura si differenzia dal resto dell’isola anche per il dialetto
e per le tipiche costruzioni denominate ‘stazzi’. La Via Gallura si estende dal fiume Coghinas che la delimita
a ovest, fino al massiccio del monte Nieddu a sudest, nei comuni di San Teodoro e Budoni. Caratteristiche di questa zona sono le produzioni di granito e l’industria sugheriera più grande in Italia.
Punti di Forza La presenza del porto e dell’aeroporto di Olbia rendono questo tratto del cammino facilmente raggiungibile per i camminatori provenienti dal nord Italia. La fortissima vocazione turistica della gallura garantisce un’elevata presenza di strutture ricettive e di servizi di varia natura (non mancano i negozi di settore, di trekking ed outdoor).
Difficoltà Un grande limite per gli appassionati di cammini è l’elevato numero di chilometri da percorrere sull’asfalto, compresi quelli in prossimità del mare. Molte spiagge sono difficili da trovare e vi è un elevata presenza di terreni privati.

Lungo le vie del granito

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VIA OGLIASTRA

VIA OGLIASTRA

da ARBATAX a BUDONI

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La Via Ogliastra è forse la più ardua del cammino 100 torri, ma è proprio in questo tratto del periplo sardo che l’incontro tra il mare e la montagna diventa pura poesia. Il percorso, infatti, si alterna tra cale famose nel mondo (cala Goloritze, cala Sisine, cala Luna, cala Gonone), falesie spettacolari, grotte da scoprire e vegetazione unica nel suo genere, attraverso sentieri tortuosi e fresche pinete, secolari boschi di leccio, mastodontici archi, vecchi ovili e panorami mozzafiato, lungo antichi sentieri di carbonai e pastori. La Via Ogliastra ripercorre il sentiero a mare della vecchia curatoria di Trigonia, attraverso impervi sentieri antiche mulattiere ed ingegnose scale in ginepro. Alcuni tratti della via Ogliastra ripercorrono gli ormai blasonati percorsi del “selvaggio blu”, rendendo l’esperienza del cammino 100 torri un’avventura indimenticabile. L’itinerario prevede come punto di partenza Tertenia a mare, passando per sa Pedra Stampada ed il porto
di Arbatax (Tortolì), lasciato il quale, si inizia la graduale scalata verso Golgo, sito nel comune di Baunei. Proseguendo lungo la Via Ogliastra s’incontrano cala Sisine e cala Luna, davanti alla bellezza delle quali è impossibile rimanere indifferenti. Sulla scia di tanta meraviglia l’itinerario prevede Cala Gonone, Cala Cartoe, Posada, e per finire Budoni. La lunghezza totale di questa Via è di 144 km da percorre in circa una settimana per i più allenati.
Punti di Forza La difficoltà del percorso mescolata alla bellezza ed ai colori dei paesaggi, regalano a questa parte del cammino 100 torri un enorme fascino, vero e proprio sogno per chi vive quotidianamente il
mondo del trekking e dei cammini. La poca presenza antropica, in alcuni periodi dell’anno addirittura quasi inesistente, permette un’immersione totale in questo patrimonio naturalistico prezioso ed unico. Per lunghi tratti l’ombra regalata dalla vegetazione mitiga le temperature torride dei mesi più caldi, fornendo ai camminatori ristoro e benessere. I dislivelli del percorso creano una piacevole alternanza di punti panoramici dove poter scattare foto o semplicemente godersi la natura.
Difficoltà La Via Ogliastra è la più dura sotto l’aspetto tecnico, ma rimane la più appagante dal punto di
vista visivo. Questo tratto del cammino 100 torri presuppone una elevata preparazione fisica e mentale. La carenza di asfalto, strutture ricettive ed acqua rendono questo tratto del cammino 100 torri decisamente sevaggio ed impegnativo. La salita “a Golgo” è la più difficile e tecnica di tutto il periplo sardo, e la poca segnaletica si unisce alle già non poche difficoltà. Come accennato le fonti d’acqua sono rare ed i punti ristoro pochi, e quei pochi lungo l’itinerario, sono operativi solo per pochi mesi durante l‘anno. Inevitabilmente questo incide sul peso degli zaini, non di rado ricolmi di provviste per più giorni di viaggio.

tra montagna e mare

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VIA DEGLI ANGELI

VIA DEGLI ANGELI

da CAGLIARI a VILLASIMIUS

#001- Torre Quarta Regia

La Via degli Angeli rappresenta la prima parte del Cammino 100 Torri, per una lunghezza complessiva di
62,4 km. La partenza è prevista sotto la Torre della Scafa, una piccola torre costiera situata a Cagliari in località Sa Scafa, da cui è possibile osservare quasi tutte le torri costiere del Golfo di Cagliari. Il punto di arrivo di questa prima Via è invece situato a Villasimius. La Via prende il nome dal Golfo degli Angeli dove,
la leggenda vuole che, ai tempi della Creazione alcuni angeli chiesero a Dio in dono una porzione di terra;
Lui per risposta gli donò un luogo (Golfo di Cagliari) dove gli uomini si amavano e rispettavano vivendo
felici. Nel primo tratto il percorso costeggia il caratteristico porto cittadino, quello dei pescatori di Su Siccu da cui si ammira la basilica di Bonaria, e giunge fino alla sella del Diavolo con le sue bellissime cinque torri, storicamente a difesa della città di Cagliari e delle sue Saline. La Sella del Diavolo, sempre secondo la leggenda, prende il nome dalla forma della sella del cavallo di Lucifero, che invidioso e furioso per il dono fatto da Dio agli angeli, seminò in quel luogo lotte e disordini. Sconfitto dall’Arcangelo Gabriele, per la collera, scagliò la sua sella dando forma al caratteristico promontorio oggi visibile da entrambe le estremità del Golfo di Cagliari. L’itinerario continua lungo la celebre spiaggia cittadina del Poetto, con la sua bellissima sabbia bianca, che si estende per circa otto chilometri fino alla zona del Margine Rosso nel comune di Quartu Sant’Elena. Procedendo alla volta di Villasimius, si attraversa tutto il lato orientale del Golfo di Cagliari che dopo una prima parte più urbanizzata (Capitana), si sviluppa in numerose calette e spiagge rocciose. È proprio in questo primo approccio che il Cammino 100 Torri inizia a sfoderare il suo potenziale
di bellezza selvaggia e di suggestioni uniche toccando le zone di Mari Pintau, Kala e Moru e Solanas, prima
di arrivare nella più turistica e conosciuta Villasimius. Il percorso anche grazie alla vicinanza del capoluogo
di regione risulta ben servito dai mezzi pubblici e ricco di strutture ricettive adatte a qualsiasi esigenza e tasca. Lungo la Via degli Angeli si incontrano complessivamente le prime 15 torri costiere che, nel corso dei secoli, hanno rappresentato per Cagliari e i cagliaritani un prezioso mezzo di difesa. Sono state infatti teatro di numerose battaglie, spesso decisive all’esito delle stesse, sia nell’epoca tardo medievale sia fino alla seconda guerra mondiale. La prima parte del percorso risulta abbastanza semplice grazie alla percorrenza
di strade pedonalizzate nell’ambito cittadino, come la passeggiata dal porto di Cagliari a Sant’Elia, o come la passeggiata del Lungomare Poetto. È solo nel tratto che va dalla Torre di Is Mortorius fino a Villasimius che i sentieri campestri immersi nella macchia sarda si mischiano ai magnifici scorci sul mare.
Difficoltà La Via degli Angeli, è una delle Vie più brevi del cammino ma, tuttavia, non è esente da difficoltà lungo il percorso. Proprio nella parte cittadina presenta ostacoli antropici come attraversamenti pedonali e bivi. Come per quasi tutto il Cammino 100 Torri il sentiero è affiancato dal mare e quei pochi chilometri di asfalto sulla litoranea (3km) dopo la zona di Capitana, richiederebbero un’opportuna messa in sicurezza. A tal proposito nella zona interessata, la Regione Sardegna ha già predisposto innovativi progetti di ciclopedonabilità che in nessun modo, andrebbero a snaturare il fascino del cammino stesso. Essendo una zona a forte vocazione turistica, i costi per i pernottamenti potrebbero apparire elevati e non consoni alle tasche dei camminatori ma, tuttavia, i membri dell’associazione sono riusciti ad individuare soluzioni economicamente e qualitativamente vantaggiose.
Punti di Forza I punti di forza della Via degli Angeli sono senza dubbio vari e molteplici: anzitutto la brevità del percorso (visti gli appena 65km percorribili in soli tre giorni) ma anche la facilità di raggiungere il capoluogo Cagliari attraverso i suoi collegamenti portuali ed aeroportuali (Elmas). Anche gli innumerevoli punti di ristoro (chioschi, bar e ristoranti) dislocati lungo la costa semplificano enormemente gli approvvigionamenti. Soprattutto nei mesi più torridi permettersi uno zaino più leggero può liberare i camminatori dall’esigenza di cercare le provviste necessarie, potendosi dedicare anima e corpo alle bellezze naturalistiche e architettoniche presenti sul proprio itinerario. Da rimarcare, peraltro, l’elevatissima presenza ed eterogeneità di strutture ricettive (alberghi, campeggi, B&B) lungo il percorso, rappresentate in percentuale da circa il 15% rispetto alla totalità dell’intero periplo sardo.

il paradiso sul mare

#008 - Torre di Carcangiolas
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009 – Torre di Foxi

Torre di foxi

Quartu S.E

CAgliari

stone-tower_38836

009

GPS

via degli angeli

La torre di Foxi venne edificata nel 1578 secondo Michele De Monçada. Si trova a Foxi, località molto facile da raggiungere: infatti giunti a Foxi bisogna prendere una stradina che costeggia il mare. Dopo 10 minuti si incontra la torre che è situata a 2 metri sopra il livello del mare. Serviva per l’avvistamento e ora è in condizioni scadenti; è difficile il restauro e il materiale usato per la sua costruzione è il granito. Ha una struttura con volta a cupola e da questa torre si possono vedere le torri di “Su Fenugu” “Cargangiolas” e tutta la spiaggia del Poetto.

caratteristiche

tipologia

torrezillas

anno

1578

009
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